
Quando si diventa datori di lavoro di una badante convivente possono emergere tanti dubbi.
Man mano che si prosegue con il rapporto lavorativo si possono presentare situazioni differenti a cui far fronte.
Italia Civile ha raccolto, in questo articolo, le domande più frequenti delle famiglie che cercano una collaboratrice familiare per i propri cari più anziani.
Scopriamo insieme quali sono!
Domande frequenti: la residenza della badante
La maggior parte delle famiglie, richiede per il proprio anziano una badante convivente. Questo significa che, oltre allo stipendio mensile regolare (come stabilito dal CCNL) la badante avrà diritto anche al vitto e all’alloggio.
Non è raro, dunque, che al momento della stipulo del contratto di lavoro, tra le incombenze burocratico, c’è anche il passaggio di residenza all’abitazione familiare della badante.
Ma che succede se, una volta terminato il rapporto lavorativo, non viene cancellata la residenza della badante presso il domicilio?
La risposta è: non succede nulla.
Può accadere che, se il familiare anziano precedentemente accudito passa a miglior vita, la famiglia decida di vendere o affittare la residenza.
Se la badante non ha cancellato la sua residenza, la casa può comunque essere affittata o venduta senza problemi. L’importante è avviare le procedure di cancellazione appena possibile, così da non creare disagi in futuro per eventuali comunicazioni postali o simili.
Se la residenza della badante è la stessa della famiglia, la badante risulta a carico?
Molte famiglie si domandano se la badante rientra nello stato di famiglia dal momento in cui sposta la sua residenza nella casa dell’assistito.
Anche in questo caso la risposta è no.
Semplicemente, ai fini di documentazione burocratica, la badante risulterà semplicemente domiciliata presso la stessa abitazione dell’assistito.
Domande frequenti: legge 104 e badante
Un’altra domanda frequente è quella relativa alla compatibilità tra la legge 104 e l’assunzione di una badante.
Spesso ci viene chiesto se la presenza in casa della badante possa avere qualche ripercussione sui permessi che per legge 104 si possono richiedere per accudire i propri cari con disabilità o non autosufficienti.
La risposta è no, non c’è alcuna correlazione tra la legge 104 e l’assunzione di una badante convivente.
La presenza di una badante (assistenza privata) non preclude al lavoratore dipendente familiare (caregiver) il diritto di richiedere i tre giorni di permesso mensile retribuito previsti per assistere il familiare.
L’assistenza offerta dalla badante, infatti, e quella prestata dal familiare con i permessi 104 possono coesistere, in quanto la prima è di natura professionale e continuativa, mentre la seconda risponde a esigenze di vicinanza e supporto non strettamente sanitarie o di mera compagnia.
Domande frequenti: libertà della badante nelle ore di riposo
Come stabilito dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale), alla badante spettano due ore di riposo non retribuito.
In queste due ore di riposo la badante è libera di uscire e di gestirle come preferisce.
Se in queste due ore le viene chiesto anche solo di sorvegliare l’assistito, non può considerarsi riposo ma lavoro a tutti gli effetti e, in quanto tale, va retribuito.
Italia Civile chiarisce i tuoi dubbi
Noi di Italia Civile siamo attenti ai bisogni e alle domande delle famiglie.
Sappiamo che ritrovarsi datori di lavori all’improvviso può essere complicato e può generare timore di sbagliare.
Il nostro staff di consulenza è a disposizione sempre, per rispondere a ogni necessità. Perché crediamo fermamente che prendersi cura delle persone più deboli inizi proprio dall’informazione e dalla serenità di intraprendere un rapporto di fiducia reciproca.
Contattaci senza impegno, siamo qui per te.

